Comitato Salute Pubblica Busalla
A VOLTE RITORNANO...
Busalla, 6 Ottobre 2005
Dopo gli eventi del Settembre 2005, con la serie di "disavventure" capitate agli impianti IPLOM di cui potete leggere qua e là per il sito, la paura collettiva e, speriamo, la presa di coscienza popolare che ci ha portato a raccogliere centinaia e centinaia di firme di protesta degli abitanti busallesi nei confronti della presenza della raffineria tra le case, ci sentiamo di riproporre la lettera che avevamo scritto ai visitatori del sito nel Settembre di cinque anni fa. Non perchè ci piaccia dire "Noi lo avevamo detto!"; ci mancherebbe che succedesse davvero tutto quello che questa situazione autorizza a profetizzare, non resterebbe granchè da scrivere. La riproponiamo per dimostrare quanto ancora attuali siano le considerazioni sulla anomalia della realtà busallese e del comprensorio circostante; e anche ad ulteriore sprone per le attuali amministrazioni locali che, seppure appaiano ben più attive sul fronte del controllo di quanto accade sulle sponde dello Scrivia di quanto si sia visto negli anni scorsi, quando queste righe sono state scritte, hanno certamente bisogno di sentire un appoggio dato dalla oggettiva assurdità di quanto abbiamo vissuto e stiamo vivendo, oltrechè da quello della volontà popolare, sotto i piedi. Rileggere, a volte, aiuta a riflettere e a correggere gli errori, anche quelli degli altri.
Lettera aperta ai visitatori del sito - 05 Settembre 2000
CONCESSIONI E CERTIFICAZIONI IPLOM:
LA NOSTRA POSIZIONE.
E LA VOSTRA ?
Negli ultimi mesi la situazione della raffineria IPLOM, a nostro parere l'insediamento industriale più dannoso tra quanti insistono sul territorio del Comune di Busalla, si è radicalmente modificata.
Nel Dicembre 1999 il Ministero dell'Industria, Commercio ed Artigianato, sulla falsariga di un documento proposto dalla ormai deposta giunta Mori della Regione Liguria, ha rinnovato alla società la concessione ad operare in sito fino all'anno 2013, mentre nel Maggio di quest'anno l'impianto è stato certificato secondo la norma "ISO 14001", a garanzia della corretta gestione dell'impianto stesso e dei processi di produzione relativamente al loro impatto ambientale.
Anche se è nostro volere, nonchè dovere attribuito ai Consiglieri Comunali di "Ambiente & Sviluppo Busalla" col voto del 1999 da più di mille cittadini busallesi, verificare per quanto ci sarà concesso e saremo in grado la natura e la validità di tutti i documenti relativi a queste pratiche, non entriamo ora nel merito di queste concessioni.
Ci limitiamo a ribadire che:
1) Viviamo una situazione grottesca e fuori dalla realtà.
L'impianto di raffinazione IPLOM è classificato "A rischio d'incidente rilevante" dal D.P.R. 175/88; trasforma e lavora, tra le altre, sostanze chimiche contrassegnate dal marchio R45, che indica un elevato potere cancerogeno nell'uomo. Se non bastasse, l'attività di un solo giorno della raffineria genera nell'ambito urbano un traffico di centinaia di automezzi pesanti e consuma una quantità d'acqua pari ad un serbatoio grande come un palazzo di quattro piani.
Eppure, nella civilissima (?) Europa ed in pieno terzo millennio, sorge nel bel mezzo di un abitato popolato da seimila cittadini e che potrebbe avere velleità residenziali e turistiche, a pochi metri da un'autostrada dal tracciato pericoloso qual'è il tratto appenninico della A7 (provare per credere) e sulle sponde di un torrente, lo Scrivia, le cui acque sono captate per essere bevute da più di centomila persone.
2) Gli amministratori del Comune, e non solo, non ci tutelano.
La Giunta Comunale mantiene un atteggiamento a dir poco tiepido nei confronti di questa situazione, di cui presentiamo un esempio (documentato, così non ci si sbaglia).
Nell'Agosto 1999, i Consiglieri Comunali di "Ambiente & Sviluppo Busalla"
hanno presentato al Sindaco una prima
richiesta di consultare il piano di emergenza relativo alla raffineria.
In quella occasione il Sindaco ha raccolto e ha rigirato loro, con perfetta
formalità ed indifferenza, il parere negativo del Prefetto di Genova alla
visione integrale del piano stesso, così motivato:
"Entrambi i fascicoli di cui si compone il piano di emergenza contengono, a parere di questa Prefettura, notizie ricavate dal Rapporto di Sicurezza, da non divulgare quali ad esempio: i quantitativi delle sostanze in deposito - le schede di sicurezza del prodotto - l'analisi delle sequenze incidentali."; per giunta, la lettera di risposta qualifica segreto anche il calcolo delle distanze di sicurezza dall'impianto.
Nel Gennaio 2000, a fronte di una seconda
lettera, che specificava come a termini di legge non fosse applicabile
il segreto industriale ai documenti richiesti, il Sindaco ha risposto riciclando
il precedente parere del Prefetto, e aggiungendo che comunque, a suo parere,
i documenti elaborati dalla Prefettura non rientrano tra le notizie e le informazioni
utili all'espletamento del mandato di un Consigliere Comunale.
La secretazione totale di dati fondamentali al fine della valutazione del reale pericolo rappresentato dalla raffineria si commenta da sè; e crediamo che da un primo cittadino preoccupato della sicurezza del Comune che governa ci si debba aspettare di meglio che risposte, noi li chiamiamo soprusi, del genere.
E' ben vero che non abbiamo mai avuto il tempo di verificare tutto questo;
l'unico Sindaco che abbia preso una posizione chiara nei confronti del pericolo
rappresentato dalla IPLOM (e non era difficile; era appena successo un drammatico
incidente, vd. il nostro dossier)
è stato silurato nel 1991 pochi mesi dopo l'insediamento e sostituito da quello
attuale.
3) Nessuno, a Busalla e dintorni, ha da ridere.
I fumi, i rumori, il traffico pesante, le emissioni classificate e non; saranno anche innocue come dicono le certificazioni, ma ci permettiamo di pensare che non facciano bene a nessuno, neanche ai portafogli. Al di là delle opportunità occupazionali offerte dalla raffineria, che delocalizzando la stessa dovrebbero comunque essere mantenute, e dell'indotto commerciale che potrebbe ben riconvertirsi (la tanto osannata flessibilità non vale mica solo per il lavoro dipendente ...), qualcuno ci sa dire quali sono le occasioni perse da un paese caratterizzato dalla presenza di un impianto simile ? Di quanto potrebbero apprezzarsi i settori del turismo, del commercio ed il patrimonio immobiliare di una cittadina di fondovalle come Busalla con la raffineria spostata altrove ? Chi di Voi è davvero convinto di guadagnarci, e perchè ?
Aspettiamo i Vostri commenti; se saranno firmati e civili ci impegnamo, sempre che ce lo concediate espressamente, a pubblicarli integralmente, e magari in seguito troveremo il modo di aprire un forum sull'argomento.
Che siate o meno d'accordo con noi, per favore non fate finta che non sia successo niente.
Grazie.
Il Comitato.
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